1^ tappa: Novate
Mezzola – Codera
Scegliamo di
percorrere la versione lunga che va dalla solitaria
e quasi disabitata val Codera fino alla Valle di
Preda Rossa, all’estremo della val Masino. Ci
lasciamo alle spalle il lago di Novate Mezzola e ci
inoltriamo nella val Codera, accessibile
esclusivamente a piedi. L’antico abitato è raccolto
e circondato da boschi di castagno. Attualmente solo
5 persone la abitano tutto l’anno!
Al tramonto troviamo
rifugio e cibo caldo alla Locanda di Codera e ci
godiamo la vista sulla mitica punta della Sfinge.
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2^ tappa: Codera –
rifugio Gianetti
Partiamo per la tappa
più erta del sentiero (1900 metri di dislivello in
salita) e scopriamo che la parte alta della valle in
estate è abitata da turisti e locali affezionati
alla vita in solitudine e natura e arriviamo infine
al rifugio Brasca, ai piedi della salita al passo
del Barbacan. Superato il bosco risaliamo il
sentiero che “dritto per dritto” ci porta per mille
metri fino al passo. Finalmente arriviamo al rifugio
Gianetti dove conosciamo il primo Fiorelli di una
lunga serie. Il rifugio è in una posizione
indescrivibile sotto pareti di granito (Badile e
Cengalo sono le principali…) ed è molto accogliente
per gli alpinisti che a qualsiasi ora lo raggiungano
trovano un pasto caldo assicurato.
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3^ tappa: rifugio
Gianetti – rifugio Allievi / Bonacossa
E’ la tappa più
spettacolare che collega quattro valli diverse e
relativi valichi attrezzati (val Porcellizzo, val
del Ferro, val Qualido, val di Zocca) e una quantità
di pareti di granito grigio. In effetti i due rifugi
sono autentici santuari dell’arrampicata. Il
percorso alterna passaggi impegnativi e attrezzati
per superare i valichi a tratti più rilassanti ma
mai banali; i moltissimi tratti da percorrere
saltando da un masso di granito all’altro sono molto
stancanti. L’ennesimo passo dell’Averta ci illude di
essere arrivati vicino al rifugio Allievi ma ci
spetta un’altra ora e mezza di saliscendi. Il
rifugio è dominato dalla punta Allievi in cui
spigolo sud est è stato percorso dal “fortissimo”
Giusto Gervasutti. Causa pioggia la mattina
successiva decidiamo di scendere in val di Mello ma
con la determinazione che, passata la buriana,
risaliremo per completare il percorso. Ci fermiamo a
mangiare al rifugio “Luna Nascente” dell’altro
Fiorelli Siro, ottimo cibo valtellinese su pietra
ollare, chiacchiere super e possibilità di
pernottare, estate e inverno (tel.3383317507)
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4^ tappa: rifugio
Allievi / Bonacossa – rifugio Ponti
Ristabilito il tempo
atmosferico (ma intanto ci siamo fatti una bella
sgambata in mountain bike…) risaliamo con belle tre
ore la val di Zocca fino al rifugio Allievi, da dove
proseguiremo il sentiero Roma. L’Allievi è gestito
da un altro Fiorelli, forse il meno splendido di
quelli conosciuti! Il mattino successivo partiamo
per la tappa più lunga del percorso, saranno 8 ore
comprese le soste per 1100 metri di dislivello
(forse di più), 9 km di lunghezza, tre passi da
superare di cui il Cameraccio a 2950 metri e la
bocchetta Roma a 2900 metri. Lasciamo la conca
dell’Allievi con rimpianto per le bellissime pareti
che la racchiudono (foto 4099) cambiamo valle al
passo del Torrone ed entriamo in val Torrone proprio
sotto la parete sud est del Picco Luigi Amedeo,
spettacolare fuga di granito. La val Torrone è ampia
e sormontata da torri e cime di granito. In fondo
alla vale saliamo ripidamente al passo Cameraccio
superando un nevaio permanente. Al valico troviamo
tanta neve e la vista sul bellissimo monte Disgrazia
(3678 metri). La valle Cameraccio è una camminata
infinita su blocchi e lastre di granito. La sosta al
bivacco Kima è molto gradita e praticamente
obbligata; incontriamo gruppo di ragazzi lombardi
con tenda e sacchi a pelo… (bravi!). Cammina
cammina, arriviamo sotto la bocchetta Roma, altro
nevaio da risalire, altre catene su una parete
ripida, forse la più ripida del percorso, in alto si
fa festa. Anche in questo caso la discesa al rifugio
Ponti si sviluppa tra un groviglio di massi e i
piedi non ne possono più. Inoltre l’accoglienza è
alquanto misera e il cibo misurato e appena
sufficiente. La sera, con altri malcapitati, usciamo
dal rifugio per vedere le stelle cadenti e, pur
essendo stati fuori meno di mezz’ora, veniamo chiusi
fuori. Ci soccorrono altri ospiti che ci aprono: i
gestori sono spariti! Purtroppo la posizione del
rifugio non consente di saltarlo a meno di non voler
allungare il percorso di altre 2 ore…
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5^ tappa: rifugio
Ponti - Filorera
Oggi solo discesa, ma
lunga (1800 metri), si intende! Scendiamo dal
rifugio Ponti e arriviamo alla piana di Preda Rossa
caratterizzata da due terrazzamenti attraversati dal
torrente serpeggiante circondata da prati e pascoli
fioriti e boschi di abeti. Lasciamo gli occhi nella
valle dominata dal Disgrazia e torniamo a valle
molto soddisfatti.
Una
descrizione del sentiero la trovate anche
qui.
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