Sentiero Roma - 6/12 Agosto 2009 - Trekking

 

1^ tappa: Novate Mezzola – Codera

Scegliamo di percorrere la versione lunga che va dalla solitaria e quasi disabitata val Codera fino alla Valle di Preda Rossa, all’estremo della val Masino. Ci lasciamo alle spalle il lago di Novate Mezzola e ci inoltriamo nella val Codera, accessibile esclusivamente a piedi. L’antico abitato è raccolto e circondato da boschi di castagno. Attualmente solo 5 persone la abitano tutto l’anno!

Al tramonto troviamo rifugio e cibo caldo alla Locanda di Codera e ci godiamo la vista sulla mitica punta della Sfinge.

2^ tappa: Codera – rifugio Gianetti

Partiamo per la tappa più erta del sentiero (1900 metri di dislivello in salita) e scopriamo che la parte alta della valle in estate è abitata da turisti e locali affezionati alla vita in solitudine e natura e arriviamo infine al rifugio Brasca, ai piedi della salita al passo del Barbacan. Superato il bosco risaliamo il sentiero che “dritto per dritto” ci porta per mille metri fino al passo. Finalmente arriviamo al rifugio Gianetti dove conosciamo il primo Fiorelli di una lunga serie. Il rifugio è in una posizione indescrivibile sotto pareti di granito (Badile e Cengalo sono le principali…) ed è molto accogliente per gli alpinisti che a qualsiasi ora lo raggiungano trovano un pasto caldo assicurato.

3^ tappa: rifugio Gianetti – rifugio Allievi / Bonacossa

E’ la tappa più spettacolare che collega quattro valli diverse e relativi valichi attrezzati (val Porcellizzo, val del Ferro, val Qualido, val di Zocca) e una quantità di pareti di granito grigio. In effetti i due rifugi sono autentici santuari dell’arrampicata. Il percorso alterna passaggi impegnativi e attrezzati per superare i valichi a tratti più rilassanti ma mai banali; i moltissimi tratti da percorrere saltando da un masso di granito all’altro sono molto stancanti. L’ennesimo passo dell’Averta ci illude di essere arrivati vicino al rifugio Allievi ma ci spetta un’altra ora e mezza di saliscendi. Il rifugio è dominato dalla punta Allievi in cui spigolo sud est è stato percorso dal “fortissimo” Giusto Gervasutti. Causa pioggia la mattina successiva decidiamo di scendere in val di Mello ma con la determinazione che, passata la buriana, risaliremo per completare il percorso. Ci fermiamo a mangiare al rifugio “Luna Nascente” dell’altro Fiorelli Siro, ottimo cibo valtellinese su pietra ollare, chiacchiere super e possibilità di pernottare, estate e inverno (tel.3383317507)

4^ tappa: rifugio Allievi / Bonacossa – rifugio Ponti

Ristabilito il tempo atmosferico (ma intanto ci siamo fatti una bella sgambata in mountain bike…) risaliamo con belle tre ore la val di Zocca fino al rifugio Allievi, da dove proseguiremo il sentiero Roma. L’Allievi è gestito da un altro Fiorelli, forse il meno splendido di quelli conosciuti! Il mattino successivo partiamo per la tappa più lunga del percorso, saranno 8 ore comprese le soste per 1100 metri di dislivello (forse di più), 9 km di lunghezza, tre passi da superare di cui il Cameraccio a 2950 metri e la bocchetta Roma a 2900 metri. Lasciamo la conca dell’Allievi con rimpianto per le bellissime pareti che la racchiudono (foto 4099) cambiamo valle al passo del Torrone ed entriamo in val Torrone proprio sotto la parete sud est del Picco Luigi Amedeo, spettacolare fuga di granito. La val Torrone è ampia e sormontata da torri e cime di granito. In fondo alla vale saliamo ripidamente al passo Cameraccio superando un nevaio permanente. Al valico troviamo tanta neve e la vista sul bellissimo monte Disgrazia (3678 metri). La valle Cameraccio è una camminata infinita su blocchi e lastre di granito. La sosta al bivacco Kima è molto gradita e praticamente obbligata; incontriamo gruppo di ragazzi lombardi con tenda e sacchi a pelo… (bravi!). Cammina cammina, arriviamo sotto la bocchetta Roma, altro nevaio da risalire, altre catene su una parete ripida, forse la più ripida del percorso, in alto si fa festa. Anche in questo caso la discesa al rifugio Ponti si sviluppa tra un groviglio di massi e i piedi non ne possono più. Inoltre l’accoglienza è alquanto misera e il cibo misurato e appena sufficiente. La sera, con altri malcapitati, usciamo dal rifugio per vedere le stelle cadenti e, pur essendo stati fuori meno di mezz’ora, veniamo chiusi fuori. Ci soccorrono altri ospiti che ci aprono: i gestori sono spariti! Purtroppo la posizione del rifugio non consente di saltarlo a meno di non voler allungare il percorso di altre 2 ore…

5^ tappa: rifugio Ponti - Filorera

Oggi solo discesa, ma lunga (1800 metri), si intende! Scendiamo dal rifugio Ponti e arriviamo alla piana di Preda Rossa caratterizzata da due terrazzamenti attraversati dal torrente serpeggiante circondata da prati e pascoli fioriti e boschi di abeti. Lasciamo gli occhi nella valle dominata dal Disgrazia e torniamo a valle molto soddisfatti.

Una descrizione del sentiero la trovate anche qui.